Partendo dall’assunto, che ogni casa deve avere un’anima, questa però non dev’essere quella del progettista, ma quella del cliente, poi è giusto che rispecchi altresì l’architetto, la sua matita, la sua “cifra stilistica”. Ho imparato negli anni, che il cliente merita il massimo rispetto, perché è lui che ti permette di esprimerti, però dev’essere lui il protagonista, poi ci sei tu e il tuo stile.Nella progettazione di una casa ritengo di primaria importanza lo studio della pianta, ovvero la progettazione della sequenza, dimensione e posizione degli spazi in cui si svolgerà la vita delle persone ed è proprio questa che deve rispecchiare la personalità ed il modus vivendi del committente.
Personalmente ho particolare cura nella collocazione delle varie zone della casa, il che indica un certo rispetto per “l’ordine sociale”, in cui vengono difese e rispettate le diverse sfere private dei residenti, quella dei proprietari, dei figli o degli ospiti. Ognuno di loro ha un proprio spazio privato, nettamente separato dagli altri, ma gli ambienti “open-space” della zona Living offrono invece occasioni d’incontro comune.Uno dei compiti dell’architetto è quello di aiutare le persone a tirar fuori i desideri nascosti. Le aspettative sulla casa riguardano un’entità non solo materiale, la casa viene vista idealmente come un modo di esprimere se stessi.
MA SE LA PIANTA RISPECCHIA IL MODUS VIVENDI DEL CLIENTE, GLI ALZATI LO RAPPRESENTANO, SONO UN MODO DI MOSTRARSI E RAPPRESENTARSI AGLI ALTRI.SEMBRERÀ IMPOSSIBILE, MA ALLA STESSA PIANTA POSSONO CORRISPONDERE PIÙ SOLUZIONI PER GLI ALZATI..